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Ricordi da Berlino “Oltre il muro”

Ho sempre pensato che per viaggiare due cose siano fondamentali: la compagnia e la meta e direi che in quella che è stata la nostra gita, entrambi questi fattori abbiano contribuito positivamente a questa nostra "avventura", si perché viaggiare a circa 1000 km da casa per alcuni di noi può essere una vera e propria avventura.

Appena ci è stata proposta la gita nella capitale tedesca, non sono potuti mancare alcuni pensieri; innanzitutto il fatto di andare in un'altra nazione in gita scolastica è una cosa che mi ha sempre affascinato perché c'è la possibilità di vivere esperienze con i compagni ma soprattutto "commentarle" e rendersi conto (appunto non da soli ma in gruppo) di quanta cultura e modi di fare siano diversi da uno Stato all'altro.

Inoltre per un italiano fare un viaggio in quella che è una delle nazioni con la quale i conflitti (di qualsiasi guerra) non sono mai mancati, non è proprio una passeggiata. Insomma si sa, se in Italia si sente parlare di "Germania" la prima cosa che viene in mente all'italiano medio sono i sandali con le calze, gli spaghetti con il ketchup, i Tokyo Hotel e le bionde ragazze che passano l'estate sulle coste italiane, ma che nella mente dei più sportivi si identificano nell'ormai famosa ragazza che piange sugli spalti di "Italia-Germania" del 2006 al 120'.

Ora però torniamo alla nostra meta: Berlino.

Appena pronuncio questa parola, la prima cosa che mi viene in mente è: vado a Berlino, vedo il muro di Berlino! Già, proprio così. Vedere con i miei occhi quel muro che ha diviso una città per 18 anni è una sensazione che penso di non scordare mai più per il resto della mia vita, non so se i tedeschi provino o no a far finta di niente, come se quel muro non fosse mai stato eretto, ma dei segni tangibili della città sono rimasti, soprattutto se si pensa alle "fermate fantasma" della metropolitana, ai pezzi di muro ancora sparsi per la città, oppure alle famiglie separate da un pezzo di cemento alto tre metri e mezzo che circondava Berlino Ovest.

Il nostro viaggio non era però totalmente incentrato sul muro, infatti non sono potute mancare le visite a monumenti e musei che hanno reso la gita più affascinante e artistica. In particolare la visita a un museo mi ha fatto capire quanto le opere italiane abbiano una grande importanza anche all'estero e non solo nella nostra penisola, ciò dovuto anche all'elevata quantità di creazioni artistiche prodotte nei secoli passati.

Parlando sempre di creazioni artistiche, a Berlino la visita al monumento e al museo ebraico è stata un'esperienza che mi ha fatto capire quanta architettura e storia (in particolare quella delle comunità ebraiche nella città) si riescono a fondere e a darci sensazioni, non per forza positive, ma comunque forti, per esempio il tema dello smarrimento, fortemente collegato al monumento.

Restando sul filo artistico, i murales berlinesi mi hanno veramente colpito. Il senso di libertà che i cittadini provano a trasmettere tramite la street art è davvero forte, tanto che molte volte c'è un messaggio all'umanità, ad esempio nell'elefante che tiene un palloncino che rappresenta il mondo, c'è un richiamo alla voglia di espatriarsi e non essere uguali a nessuno, pensando con la propria testa (un cervello come mongolfiera, non a caso!). I murales sono senza dubbio la cosa che mi è piaciuta di più a Berlino, e in particolare quello che raffigurava un ragazzo incappucciato, con al posto della faccia degli uccelli che volano liberi nel cielo. Per me rappresenta che anche nell'interiorità di una persona ci possano essere comunque pensieri che si distaccano da tutto, e un po' mi rispecchio in quell'immagine.

Beh, i tedeschi forse sono veramente un passo avanti. I modi fare, ognuno è introdotto nella società con un impiego preciso e ciò fa di loro un esempio, sopratutto per noi giovani.

Non so se tornerò mai a Berlino, perchè ho ancora molte città e nazioni da visitare, ma comunque questa è stata un'esperienza che porterò sempre con me.

Gary Lineker, un commentatore calcistico, pronunciò la frase: "Si gioca 90' o 120', e poi alla fine vincono i tedeschi...".

Beh, forse molte volte è accaduto realmente, ma in questa esperienza siamo tutti noi vincitori, perchè le emozioni che ti fa provare una città come Berlino sono davvero belle, ma poi sta a te guardare "oltre il muro".

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