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Il coraggio della verità: il Teatro di MALANOVA cattura Gazoldo


Dopo “Padroni delle nostre vite”, il bravissimo attore Ture Magro è tornato con un nuovo e toccante spettacolo, che ha saputo catturare studenti e insegnanti con tutta la sua intensità, raccontando una triste storia di violenza sessuale nei confronti di una ragazzina di soli 13 anni.

Il titolo di questo nuovo spettacolo è MALANOVA. Ma che cos'è, effettivamente, una malanova? È una cattiva notizia. Qualcosa che non avresti voluto sapere. Chi è malanova in questo caso? Una ragazzina. Anna Maria Scarfò.

La sua storia, una storia purtroppo vera, viene raccontata da un giovane uomo, Salvatore, personaggio inventato, che ricorda di averle voluto bene, di averla desiderata e di averla vista entrare in una storia di violenza squallida e sconvolgente.

Salvatore attraversa piazze e vicoli del suo paesino, ascolta le donne parlare di matrimoni, battesimi, partecipa alle feste e alle rappresentazioni di sempre, e si interroga sulle cose che vede e sente, sul rispetto che nutrono le donne nei mariti e sull'onore della famiglia.

Ci troviamo a San Martino di Taurianova, seduti sui gradini dietro la chiesa e con gli occhi immaginiamo di vedere la piccola Anna Maria Scarfò, una ragazzina di tredici anni costretta ad abbandonare i suoi sogni da bambina quando, nel paese in cui progetta di crescere, di diventare donna, di sposarsi, incontra un ragazzo più grande di lei del quale si innamora. Anna Maria aveva immaginato tante volte il suo primo bacio, e invece si ritrova intrappolata in un casolare di campagna, con un branco di manigoldi che abusa di lei.

Non sentirete raccontare da Salvatore l'atto della violenza subita da Anna Maria "perché la ferocia di una violenza e quello che si prova a subirla non è fatta per le parole." Salvatore ci ha raccontato invece quello che è successo prima e dopo la vicenda, ci ha mostrato, tramite le parole, tramite i comportamenti e i suoi silenzi, la sofferenza di un altro essere umano. Salvatore ci ha resi partecipi di quella ingiustizia subdola e nascosta che a volte passa per i gesti di tutti, che si fa strada attraverso una parola, quasi impossibile da smascherare. QUASI impossibile. Infatti, dopo tre anni di continui abusi e minacce, quando i suoi carnefici le chiedono di coinvolgere anche sua sorella minore, Anna Maria decide di parlare, denunciandoli tutti e smontando la lunga e fitta rete di soprusi, violenze e mafia.

È vero, si tratta di una storia forte e triste, ma è stata raccontata con forza, ha dato coraggio, spronando a ribellarsi agli abusi, alle violenze, all’ignoranza. Un vero e proprio manifesto di liberazione quello di Anna Maria.

"Malanova per chi ha paura di denunciare, di rompere il silenzio, di cambiare."

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