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 curiosità 

SOGNI O OBIETTIVI?

May 11, 2016

Storia di Beatrice Vio, detta Bebe, campionessa mondiale di scherma paralimpica.

 

Le Olimpiadi si avvicinano, Rio si sta preparando per ospitare le prossime Olimpiadi, le XXXI, e non solo… Anche noi, come spettatori, non vediamo l'ora di accompagnare con il nostro tifo gli atleti italiani.

Tra gli atleti che rappresenteranno il nostro Paese ce n'è una molto speciale: Beatrice “Bebe” Vio, che parteciperà alle Paralimpiadi.

Chi è? Qual è la sua storia? Beatrice Vio (Bebe) è nata a Venezia il 4 marzo del 1997. È sempre stata una bambina vivace, sportiva e socievole. La sua vita è sempre stata colma di interessi e grandi passioni: la scuola, il disegno e la pittura, gli Scout e soprattutto la scherma (ha cominciato a tirare di fioretto già a 6 anni, dimostrandosi subito molto portata).

Il 20 novembre 2008, all’età di 11 anni, è stata improvvisamente colpita da una meningite fulminante che ha causato una grave infezione del sangue che ha devastato il suo giovane corpo e che ha portato alla tragica conseguenza dell’amputazione di tutti e quattro gli arti.

Beatrice tuttavia non si è lasciata sopraffare dalle conseguenze della grave malattia e con la grinta e la forza che le sono proprie è tornata ad affrontare la vita con l’energia ed il sorriso di sempre, riprendendo a fare ciò che faceva prima. Uno dei suoi più grandi desideri era quello di poter tornare a tirare di scherma ed è stato allora che art4sport assieme a un team di tecnici specializzati si sono adoperati per realizzare questo suo desiderio.

Sono state acquistate una pedana per la scherma in carrozzina, una carrozzina su misura per lei e soprattutto sono iniziati gli studi per la realizzazione di una speciale protesi per permetterle di impugnare il fioretto.

Bebe è stata la prima atleta dell’art4sport team.

Ai primi di maggio 2010 ha disputato la sua prima gara ufficiale a Bologna e da allora è stato un crescendo di gare sempre più esaltanti e divertenti che le hanno permesso di conoscere (e talvolta anche sfidare) grandi campioni della scherma italiana.

Grazie alla scherma Bebe sta vivendo delle esperienze memorabili, che la stanno facendo crescere molto e le stanno riempiendo la vita di gioie e soddisfazioni. Campionessa paralimpica di scherma, è una ragazza di 18 anni che coraggiosamente non si è arresa e continua a sorridere andando oltre la sua disabilità.

Cosa significa per lei lo sport? Per lei lo sport è tutto. Così ha riportato in una intervista: “E’ stato importante quando ero bambina e lo è stato con la malattia. Lo sport mi ha dato la voglia di uscire dall’ospedale, grazie al mio amore per lo sport mi sono data da fare. Quando mi alleno sto bene e sono felice. Fatico a capire chi decide di non fare sport. Da quando faccio sport mi godo la vita, perché capisco quanto è importante avere una famiglia ma anche tante famiglie. Viaggio, ho imparato l’inglese, insomma, è tutta un’altra cosa”.

Lo sport, dunque, come strumento per rialzarsi e ritrovare fiducia in se stessi. Lo sport per non arrendersi alla disabilità.

Dove vive? In centro a Mogliano Veneto (provincia di Treviso).

Ha scritto qualcosa per raccontarsi? Sì, nel libro dal titolo “Mi hanno regalato un sogno“, edito da Rizzoli.

Qual è il suo motto? “Io posso fare quello che io voglio fare”.

Ma si parla di sogni o di obbiettivi? In un'ultima intervista di domenica scorsa 8 maggio in tivù, a Domenica in, Bebe ha ribadito che per lei hanno più importanza gli obiettivi in quanto hanno una valenza più concreta e più raggiungibile rispetto ai sogni, anche se questi ultimi non dovrebbero mai mancare nel “cassetto” della nostra vita.

 

“Cosa saremmo, senza l'ausilio di ciò che non esiste?” Paul Valèry.

 

Zamboni Alisea,

classe 2AR

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